24 Mar Immobili: Héra Holding, accanto a banche per portare le imprese fuori dalla crisi
Uno sviluppatore immobiliare che inizia ad avere difficoltà nel portare a termine un’iniziativa, nel pagare i fornitori e le rate dei prestiti con la banca. Ma anziché percorrere i diversi gradini delle classificazioni delle operazioni ‘deteriorate’ (Past due, Utp e, infine, Npl), con tutto ciò che ne consegue, viene affiancato da una società specializzata che lo aiuta ad uscire dalla situazione di crisi, a completare il lavoro e onorare quanto dovuto. Il tutto, valorizzando e riqualificando l’immobile.
È questo il ruolo riconosciuto da istituti di credito e fondi a Héra Holding, società che li affianca nella gestione dei crediti deteriorati, fenomeno che, oltretutto, nel 2021 tornerà a crescere a causa della crisi.
“Laddove dietro al credito ci sia un progetto di sviluppo immobiliare, c’è margine per intervenire e recuperare valore in favore dell’asset. Su iniziativa dei loro creditori, le società di sviluppo immobiliare trovano un partner competente e affidabile con il quale condividere un obiettivo: completare un’iniziativa, valorizzandola, con il fine di creare un valore aggiunto anche per il territorio”, spiega all’Adnkronos il suo presidente, Oscar Pittini.
Valore aggiunto perché, continua, “lasciare un’operazione al 40%, al 50% o anche al 70% può significare abbandonare in città un immobile, che decade e che diventa oggetto di vandalismo. E poi, ancora più importante in quanto è la nostra mission, aiutiamo anche il tessuto imprenditoriale che insiste su quel territorio: architetti, idraulici o elettricisti, ad esempio, hanno un vantaggio a lavorare in quell’iniziativa, perché il loro guadagno lo realizzano e lo spendono sempre nel territorio. Aiutiamo l’indotto, così che possa creare anche maggiore serenità all’interno della comunità”, spiega Pittini.
Altro aspetto importante, sottolinea il presidente di Hera Holding, è quello della riqualificazione energetica. “Le iniziative che ci vedono coinvolti sono principalmente relative a sviluppi immobiliari che si sono fermati o che procedono lentamente da troppo tempo e che, quindi, scontano un gap tecnologico dovuto alla naturale evoluzione della tecnologia e del conseguente risparmio energetico. Uno step up è necessario e così facendo – continua Pittini – portiamo l’immobile ad avere una classe energetica che lo rende più rivendibile in futuro, avendo più mercato”.
Intervista ad ADNKronos del 16 marzo.